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Vitamina D

 

La carenza di vitamina D ed i problemi associati

Negli ultimi anni alcuni studi hanno dimostrato l’importanza della sua integrazione e le conseguenze di una sua carenza quali: depressione, malattie autoimmuni, Alzheimer e Parkinson, sclerosi multipla, infiammazione, diabete, osteoporosi, demineralizzazione di ossa e tessuti, carie.

Le carenze di questa vitamina così fondamentale sorgono dal fatto che la vitamina D viene prodotta quando il sole è ad un’altezza di almeno 35° all’orizzonte, quindi chi vive nella fascia tropicale può produrre vitamina D tutto l’anno. In Italia questo non succede dato che siamo sopra ai 35° di latitudine, perciò non possiamo produrre vitamina D da Novembre a Marzo. Inoltre ci sono tutta una serie di fattori che ne impediscono un suo accumulo come: protezioni solari, scottature, colesterolo elevato e assunzione di statine, oltre che problemi ambientali come l’inquinamento ed il consumo di cibi industrializzati nei quali è difficile trovare il giusto apporto di vitamina D. Il Prof. Michael Holick, del Boston Univeristy Medical Center, durante il Congresso “Vitamina D e patologie del Metabolismo Osseo in Pediatria” svoltosi a Pisa nel 2013 ha spiegato che una protezione solare con fattore 30 riduce la capacità di sintesi della vitamina D di circa il 95-98%.

Fattori che infieriscono sull’assimilazione di vitamina D

Non bastano 10 min. di esposizione al sole affinchè si possa integrare tale vitamina. Nell’esporsi al sole bisognerebbe tener presente diversi fattori: una quantità maggiore di vitamina D si produce nelle ore centrali della giornata (quando il sole è appunto sopra i 35°, cioè tra le 9 e le 16 nel periodo estivo), in quanto è in queste ore che avviene una maggiore produzione di UVB che sono i raggi luminosi che stimolano la produzione di vitamina D da parte della pelle. Inoltre, bisogna trovarsi in prossimità dell’equatore; non si deve essere obesi; meglio avere la pelle chiara altrimenti ci vogliono più ore per la sua produzione; bisogna che sia estate; dobbiamo esporre contemporaneamente la maggior parte della pelle al sole sdraiati e senza utilizzare creme solari ad alto schermo protettivo.

I casi in cui è meglio non assumere vitamina D

Nonostante la sua importanza però ci sono casi patologici in cui se ne sconsiglia l’assunzione come ipercalcemia, insufficienza renale, iperparatiroidismo primitivo, ipertiroidismo, tutte patologie che ci tengo a specificare non insorgono in conseguenza all’integrazione di vitamina D (come spesso alcuni credono) ma sono già presenti nel paziente.

I dosaggi da assumere di vitamina D

Non ci sono evidenze scientifiche che ne sottolineino la tossicità a dosaggi sotto le 30.000 UI al giorno e con una quantità nel sangue inferiore a 200 ng/ml. Altresì ci sono diversi studi eseguiti da diverse figure autorevoli in campo medico che dimostrano come anche a dosaggi molto elevati la vitamina D non risulta essere tossica. Infatti possiamo menzionare il protocollo Coimbra realizzato dallo stesso Dott. Coimbra, per la cura delle malattie autoimmuni, che prevede altissimi dosaggi di vitamina D, sottolineando che 10.000 UI al giorno non possono causare alcun rischio e che dosi più elevate (come quelle da lui somministrate) possono essere utilizzate a scopo terapeutico, sotto stretto controllo medico. Altri studi di tutto rispetto sono quelli prof. Holick che ha sperimentato dosi di 1 milione di UI o ancora quelli del dott. J. Cannell che si è servito di se stesso come cavia assumendo 100.000 UI al giorno arrivando ad un livello sierico di 300 ng/ml e dimostrando che pur essendosi esposto al sole ogni giorno per ben 2 settimane, il livello scese a 250.

Fattori fisiologici che possono influenzare l’assimilazione di vitamina D

Per un buon accumulo di vitamina D bisognerebbe affrontare anche il discorso del paratormone e della calcemia e non da meno l’interazione tra la vitamina A, D e K. Infatti varie evidenze suggeriscono che la tossicità della vitamina D risulta da una carenza relativa di vitamine A e K. Quindi, la soluzione non è quella di evitare ma di associare la sua integrazione a quella di vitamine A e K (con la dieta e/o integratori).

Come integrare questa vitamina?

Dovrebbe essere facile comprendere che questa vitamina andrebbe integrata tutti i giorni e non solo una volta al mese o a settimana. Infatti tale vitamina ha un “emivita” di 24 ore circa e quindi la sua permanenza nel corpo dura circa 24 ore prima di ridursi del 50%. Quindi se in una giornata si assumono 50.000 UI, il giorno seguente ne saranno rimaste 25.000 ed il giorno seguente ancora 12.500 e così via che i giorni passano.

Una ricerca scientifica del 2007, pubblicata sul The American Journal of Nutrition, principale giornale di nutrizione del mondo, stabilisce che la quantità giusta di vitamina D, da prendere tutti i giorni, è proprio 10000 IU: http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/17209171

Prendendo 10000 IU in media si arriva a sotto 80 ng/ml, ossia sotto al valore considerato ottimale (più studi confermano che il valore ottimale sia sopra gli 80).

E’ importante anche sapere che in estate bisognerebbe produrre più del fabbisogno giornaliero in modo da accumulare vitamina D nella massa grassa corporea che verrà utilizzata nella stagione invernale.

Bibliografia:

  • Coimbra CG. Cícero Galli Coimbra, o médico que trata a esclerose múltipla sem remédio. veja.com. Jun, 2014.
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  • Vitamina D: l’80% degli italiani è carente. SIOMMMS
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  • Masterjohn C – Vitamin D toxicity redefined: vitamin K and the molecular mechanism.